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I pappagalli possono conversare? Polly dice che è la domanda sbagliata.


Il passato controverso della comunicazione animale

Mezzo secolo fa, la scienza si interrogava sulla capacità degli animali di imparare a parlare grazie all’intervento umano. Gli esperimenti con scimmie e pappagalli addestrati a usare il linguaggio dei segni crearono polemiche e critici, mettendo in dubbio la validità della comunicazione animale.

Il rinnovato interesse nella ricerca sulla comunicazione animale

Dopo un periodo di discredito, oggi la tecnologia e la consapevolezza della complessità mentale degli animali alimentano nuovi studi per ridurre il divario inter-specie. Proprietari di animali domestici insegnano ai cani a comunicare tramite pulsanti parlanti, mentre gli zoo addestrano le scimmie a utilizzare i touch screen.

Uno sguardo alla ricerca attuale

Un team di scienziati presenta una nuova ricerca volta a valutare l’espressività degli animali attraverso strumenti tecnologici innovativi. Il focus è su Ellie, un cacatua di Goffin di 11 anni, che impara a comunicare tramite una lavagna vocale interattiva contenente icone e frasi che il pappagallo può selezionare.

Analisi del potenziale espressivo di Ellie

Lo studio non mira a dichiarare che i comportamenti di Ellie equivalgano a comunicazione, ma si avvale di metodi computazionali per analizzare le sue interazioni con la lavagna vocale. La ricerca si concentra sul “potenziale espressivo e di arricchimento” delle azioni di Ellie, senza pretese di attribuire intenzioni comunicative.

Esplorando l’intenzionalità e i valori di Ellie

La ricercatrice Jennifer Cunha si chiede se le selezioni di Ellie sulla lavagna vocale riflettano intenzioni o valori, offrendo così uno spaccato più profondo della mente del pappagallo. L’analisi mira a individuare possibili spazi per la comunicazione e a capire cosa Ellie trovi significativo.

Scoperto il mistero di Ellie: Comunicazione o Casualità?

Gli scienziati hanno analizzato riprese video di Ellie che utilizzava la lavagna vocale per sette mesi, confrontando le sue selezioni con quelle di un utente virtuale.

I modelli creati da Nikhil Singh, uno studente del MIT, hanno dimostrato che l’utente virtuale non riusciva a replicare le scelte di Ellie.

Il design del pannello vocale non poteva spiegare completamente le selezioni di Ellie, suggerendo che non schiacciava icone a caso.

Ellie: Comunicazione o Ripetizione?

Secondo la dottoressa Rossano, Ellie potrebbe non comunicare attivamente, ma semplicemente ripetere sequenze apprese durante l’addestramento.

Il comportamento potrebbe essere simile a quello di un distributore automatico, senza riflessione vera sui desideri o sentimenti.

La Ricerca di “Conferma” nelle Scelte di Ellie

Il gruppo di ricerca ha cercato segni di “conferma” nelle scelte di Ellie, come l’azione successiva dopo aver selezionato un’icona.

Il 92% delle scelte di Ellie è stato confermato dal suo comportamento successivo, suggerendo una correlazione significativa.

Ulteriori Test per Capire Ellie

Ulteriori test sono necessari per comprendere se Ellie capisca davvero il significato delle icone selezionate.

I ricercatori potrebbero provare a confondere Ellie deliberatamente per verificare la sua comprensione.

La Lavagna Vocale: Un Mezzo di Arricchimento per Ellie?

I ricercatori hanno valutato se la lavagna vocale fosse un mezzo di arricchimento per Ellie, osservando le icone selezionate più frequentemente.

Ricerca sulla comunicazione tra animali e tecnologia

Rebecca Kleinberger, ricercatrice presso la Northeastern University, ha condotto uno studio sull’interazione tra animali e tecnologia, concentrandosi sull’attività sociale degli animali.

Interazione di Ellie, il cacatua, con la tecnologia

Nello studio è emerso che Ellie, un cacatua coinvolto nell’esperimento, ha dimostrato una propensione verso attività sociali e cognitive, preferendo interazioni con la sua custode rispetto a scelte di cibo o bevande.

In particolare, Ellie ha mostrato interesse nell’85% dei casi nell’utilizzo di una lavagna vocale e nelle attività che coinvolgevano interazioni sociali o cognitive. Questo dimostra un coinvolgimento significativo da parte dell’animale con il dispositivo.

Reazioni degli esperti e conclusioni dello studio

Gli esperti hanno riconosciuto che il lavoro presentato ha dei limiti, come l’estrapolazione di dati da un singolo animale e il possibile condizionamento inconscio da parte del custode.

Tuttavia, hanno elogiato l’approccio metodologico e le moderate conclusioni raggiunte dagli autori dello studio, che mirano a migliorare il benessere degli animali in cattività tramite strumenti di comunicazione.

Amalia Bastos, ricercatrice presso la Johns Hopkins University, ha sottolineato l’importanza di considerare questo lavoro come un primo passo cruciale verso una migliore comprensione delle interazioni tra animali e tecnologia.

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