Il contributo di Anthony Epstein alla scoperta del virus causante il cancro umano
Anthony (Tony) Epstein, co-scopritore del virus Epstein-Barr (EBV), è stato uno dei pionieri della ricerca sul coinvolgimento dei virus nello sviluppo dei tumori umani. La sua scoperta ha rivoluzionato il campo della ricerca sul cancro, aprendo nuove prospettive per la prevenzione.
Epstein è nato a Londra nel 1921, ha studiato alla St Paul’s School e si è laureato al Trinity College di Cambridge. Dopo la formazione medica, ha intrapreso la specializzazione in patologia presso il Bland Sutton Institute, dove ha iniziato a interessarsi ai virus tumorali.
La collaborazione con Denis Burkitt e la scoperta dell’EBV
Nel 1961, Epstein fu coinvolto in uno studio con il chirurgo Denis Burkitt sul cosiddetto “linfoma di Burkitt” diffuso nell’Africa equatoriale. Questa collaborazione portò alla scoperta dell’EBV, il virus collegato a questo tipo di tumore.
Dopo numerosi tentativi, nel dicembre 1963, un campione bioptico contenente le cellule tumorali arrivò in ritardo a Londra, risultando essere fondamentale per la scoperta. Questo è stato il primo tumore a crescere in coltura, dando origine alla linea cellulare EB1, così denominata in onore di Epstein e della sua assistente Yvonne Barr.
Un nuovo approccio alla ricerca sul cancro
Lavorando con il biologo cellulare George Palade al Rockefeller, Epstein acquisì le competenze necessarie per studiare le infezioni virali nelle cellule utilizzando la microscopia elettronica. Questo metodo gli permise di fare importanti scoperte legate all’EBV e ai virus tumorali in generale.
La scoperta del virus Epstein-Barr
La scoperta del virus Epstein-Barr fu frutto del lavoro di Epstein e delle ricerche condotte presso il Children’s Hospital di Filadelfia, in Pennsylvania. Le cellule EB1 contenevano particelle simili all’herpesvirus, distintive rispetto ai modelli conosciuti. Gli Henle le testarono con successo, dimostrando che il virus era completamente nuovo e unico, battezzandolo quindi virus Epstein-Barr.
La diffusione e le implicazioni del virus
L’EBV si rivelò presto diffuso in tutte le popolazioni e venne collegato al linfoma di Burkitt, trovando spiegazione nel contesto africano, dove l’infezione malarica aumentava la sua pericolosità. Oltre alla mononucleosi infettiva, l’EBV è stato associato a diversi tipi di tumore umano, contribuendo a una consistente casistica di casi di cancro in tutto il mondo.
Il contributo di Epstein alla ricerca e all’insegnamento
Dopo la scoperta, Epstein si trasferì in Inghilterra, all’Università di Bristol, dove contribuì alla creazione di un dipartimento modello in patologia. Il suo approccio multidisciplinare integrava diverse branche della scienza, aprendo nuovi orizzonti di ricerca e insegnamento. Il suo impegno per la formazione ha influenzato numerose carriere di successo nel campo della ricerca.
Riconoscimenti e eredità di Epstein
Epstein fu insignito di numerosi riconoscimenti prestigiosi nel corso della sua carriera accademica, ma per coloro che lo hanno conosciuto da vicino, resta impressa l’immagine di un collega accessibile, brillante conversatore, e mentore attento. La sua chiarezza di pensiero e visione a lungo termine lo contraddistingue come figura di spicco nel mondo della ricerca scientifica.
L’eredità scientifica di Epstein
L’eredità scientifica di Epstein è ancora oggi evidente, soprattutto nel campo della vaccinologia. Grazie al suo lavoro visionario già negli anni ’70, si è riuscito a sviluppare un modello animale di linfomi associati all’EBV, aprendo la strada allo sviluppo di potenziali vaccini. L’attuale interesse per la vaccinologia, amplificato dalla pandemia da COVID-19, dimostra quanto le intuizioni di Epstein siano ancora attuali e rilevanti.
Lascia un commento