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ChatGPT sta danneggiando la peer review? Le parole rivelatrici suggeriscono l’uso dell’intelligenza artificiale


Un’analisi sui possibili impatti di ChatGPT sulla peer review

Uno studio recente ha esaminato l’uso di ChatGPT e altre IA nella revisione tra pari, rivelando l’adesione crescente di ricercatori a strumenti AI per valutare le opere di altri. L’uso di chatbot potrebbe influenzare fino al 17% delle revisioni, sollevando domande sull’impatto sull’integrità del processo.

L’analisi condotta sui rapporti presentati in conferenze di informatica ha evidenziato che l’IA potrebbe aver modificato in modo sostanziale alcuni documenti revisionati. Questo solleva preoccupazioni sull’uso etico degli strumenti AI nella stesura e modifica di articoli scientifici.

L’opinione degli esperti e la necessità di vigilanza

Le reazioni degli esperti variano: alcuni ritengono che l’AI possa migliorare il processo di revisione, mentre altri mettono in guardia sui rischi legati all’uso di chatbot per scritture scientifiche. È cruciale garantire la supervisione umana per assicurare l’integrità delle revisioni.

Debora Weber-Wulff, esperta di informatica, sottolinea l’importanza di una supervisione umana critica nell’uso di strumenti AI per la scrittura scientifica. Gli errori e le distorsioni generate da chatbot sollevano interrogativi sull’affidabilità di tali sistemi nell’ambito della peer review.

L’effetto di ChatGPT sull’elaborazione dei testi scientifici

ChatGPT è stato impiegato per la stesura di numerosi articoli scientifici dal suo lancio nel 2022, sollevando dibattiti sull’impatto dell’IA nel campo della ricerca. Un’indagine condotta su scienziati mostra un uso diffuso di IA generativa per redigere articoli e revisioni della letteratura.

Un’analisi condotta da Weixin Liang e il suo team ha evidenziato l’incremento nell’uso di aggettivi positivi come “lodevole”, “innovativo” e altri nelle revisioni redatte dopo l’introduzione di ChatGPT. Questo solleva dubbi sull’imparzialità e l’autenticità delle recensioni generate da chatbot.

In uno strumento di IA, la frequenza dei 100 aggettivi più utilizzati, comparata prima e dopo l’introduzione di ChatGPT, ha rivelato cambiamenti significativi nell’uso di alcuni descriventi. Questo solleva interrogativi sulla validità e l’originalità delle recensioni prodotte con l’assistenza di AI.

Un uso disonesto di ChatGPT rilevato dagli investigatori scientifici

Uno studio ha evidenziato che le recensioni con punteggi bassi, inviate in prossimità della scadenza e provenienti da autori meno propensi a rispondere alle obiezioni, potrebbero contenere testi generati da chatbot in una certa misura.

Secondo Liang, sembra che l’uso di ChatGPT aumenti quando le persone hanno poco tempo a disposizione per redigere le recensioni.

Lo studio ha esaminato oltre 25.000 recensioni associate a 10.000 manoscritti accettati da 15 riviste Nature Portfolio tra il 2019 e il 2023, senza riscontrare un aumento significativo dopo l’introduzione di ChatGPT.

Trasparenza e revisori peer

Un portavoce di Springer Nature ha sottolineato che l’editore richiede ai revisori di non utilizzare strumenti AI generativi per non compromettere i dati sensibili presenti nei manoscritti.

Springer Nature sta considerando l’opzione di fornire strumenti AI sicuri ai revisori peer per agevolare il processo di valutazione, garantendo al contempo la protezione dei dati sensibili.

Implicazioni sulla revisione tra pari

Alcuni studiosi hanno evidenziato un aumento nell’uso di determinati aggettivi e avverbi dopo l’avvento di ChatGPT, sollevando preoccupazioni sull’implicazione di chatbot nella revisione tra pari.

Weber-Wulff teme che l’uso dei chatbot possa compromettere l’integrità della revisione tra pari e solleva dubbi sulla trasparenza relativa all’impiego di strumenti AI in questo contesto.

L’utilizzo di chatbot potrebbe coinvolgere questioni di copyright e sollevare preoccupazioni sulla privacy, specialmente nel caso di accesso a materiale non pubblicato e riservato.

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