Duke University chiude il suo erbario: colpo alla scienza della biodiversità
La Duke University ha deciso di chiudere il suo erbario, una collezione di 825.000 esemplari di piante, funghi e alghe, fondato oltre un secolo fa. Questa decisione ha suscitato scalpore in ambito scientifico.
La chiusura dell’erbario ha suscitato sconcerto tra i ricercatori, con dichiarazioni di disappunto da parte di esperti del settore, come Erika Edwards, curatrice dello Yale Herbarium.
Proteste e petizioni contro la decisione di Duke
Le società scientifiche hanno protestato contro la decisione dell’università definendola un “terribile precedente”. L’alleanza insieme ad altre società ha promosso una petizione che ha raccolto migliaia di firme in breve tempo.
La preoccupazione degli esperti del settore
Esperti del settore come Regina Baucom, genetista vegetale dell’Università del Michigan, hanno espresso allarme per la chiusura dell’erbario. Susan Alberts, preside di scienze naturali alla Duke, ha comunicato che la collezione sarà spostata altrove nei prossimi due o tre anni.
Anche se l’intenzione è preservare la collezione, finora non si è trovato un nuovo luogo adatto. Kathleen Pryer, direttrice dell’erbario, teme che possa essere trascurata in un magazzino.
Il valore storico degli erbari nella biologia
Gli erbari, fondamentali per la biologia da secoli, conservano piante essiccate che permettono di studiare la flora nel tempo. Alcune piante raccolte sono servite anche per identificare nuove specie.
Il ruolo degli erbari nel monitorare l’impatto ambientale
Le collezioni degli erbari sono cruciali per monitorare l’evoluzione dell’ambiente. Alcuni esemplari hanno dimostrato spostamenti di piante in risposta ai cambiamenti climatici, offrendo dati preziosi per la ricerca scientifica.
Con l’avanzare della tecnologia, come il sequenziamento del DNA, gli erbari sono diventati ancora più preziosi per la ricerca e la comprensione dell’ambiente naturale.
Salvataggio degli erbari: una battaglia contro la chiusura
Recentemente, sono stati estratti materiali genetici da piante essiccate per esaminare questioni scientifiche fondamentali, come l’origine delle colture mondiali.
Il mondo botanico è tutt’altro che esausto: ogni anno vengono identificate nuove specie, molte delle quali a rischio estinzione e che necessitano di conservazione.
Alcune università, negli ultimi decenni, hanno chiuso i loro erbari per motivi logistici o di fondi, come accaduto nel 2017 con l’Università della Louisiana Monroe, che ha eliminato mezzo milione di esemplari.
Il caso dell’erbario della Duke University
Molti erbari salvati dalla distruzione trovano rifugio altrove, mantenendo intatta la loro preziosa collezione di piante e altri organismi.
Il Duke Herbarium, fondato nel 1921, continua ad essere un polo di ricerca sul clima e sull’ambiente grazie agli studi condotti dai suoi ricercatori.
Nonostante i successi, il futuro dell’erbario Duke è stato messo in discussione, suscitando preoccupazioni e critiche da parte degli esperti del settore.
La decisione di chiudere l’erbario
Le pressioni finanziarie hanno portato all’annuncio della chiusura dell’erbario, nonostante gli sforzi della dottoressa Pryer e del team per mantenere in vita questa importante risorsa scientifica.
Anche se esiste un piano per spostare l’erbario altrove, la comunità accademica teme che parti della collezione possano andare disperse nel processo.
Le conseguenze della chiusura
L’ex curatore Brent Mishler critica la decisione, sottolineando la perdita di una tradizione di ricerca scientifica sulla biodiversità. La chiusura rappresenterebbe un duro colpo per gli studi botanici e ambientali.