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Formazione digitale e reinserimento lavorativo nel carcere di Ferrara

Ferrara – Un ponte tra il presente e il futuro per i detenuti della Casa Circondariale di Ferrara. Grazie a un nuovo progetto di formazione digitale, si aprono opportunità concrete per il reinserimento lavorativo, offrendo ai detenuti strumenti utili per ricostruire la propria vita fuori dal carcere.Il programma, promosso in collaborazione con enti pubblici e privati, mira a colmare il divario digitale, un ostacolo sempre più evidente nel mondo del lavoro contemporaneo. In un’epoca in cui la conoscenza delle tecnologie informatiche è essenziale, il progetto si propone di fornire competenze chiave come l’uso dei software più diffusi, la navigazione online e la gestione di piattaforme digitali.“Questo percorso non è solo un modo per insegnare l’informatica, ma rappresenta una possibilità di riscatto per chi vuole davvero cambiare la propria vita,” afferma il direttore del carcere. “Il reinserimento lavorativo è uno dei principali obiettivi del nostro sistema penitenziario, e questa iniziativa va nella giusta direzione.”Un percorso strutturatoIl progetto prevede corsi suddivisi in moduli, con lezioni teoriche e pratiche tenute da esperti del settore. I partecipanti, selezionati in base al loro percorso individuale e alle prospettive future, avranno l’opportunità di ottenere certificazioni riconosciute a livello nazionale, come la patente europea per il computer (ECDL).Ma non solo. Il programma integra anche momenti dedicati all’orientamento professionale, con simulazioni di colloqui, scrittura di curriculum e workshop sulle professioni più richieste nel mercato attuale. “Vogliamo che i detenuti escano da qui con una consapevolezza nuova: non sono definiti dai loro errori, ma dalle loro scelte future,” sottolinea uno degli educatori coinvolti.Un impatto sociale importanteQuesta iniziativa non è solo un beneficio per i detenuti, ma anche per la società. Ridurre il tasso di recidiva è uno degli obiettivi centrali: secondo recenti studi, offrire percorsi di formazione e lavoro ai detenuti diminuisce significativamente la probabilità che commettano nuovamente reati.“Spesso si parla di carcere come luogo punitivo, ma la vera sfida è renderlo uno spazio di crescita e riabilitazione,” spiega un rappresentante della Regione Emilia-Romagna, tra i principali sostenitori del progetto. “Questo tipo di interventi ha un impatto diretto non solo sui detenuti, ma anche sulle loro famiglie e sulla comunità intera.”Il ruolo delle aziende localiUn altro tassello fondamentale è rappresentato dal coinvolgimento delle aziende locali. Diverse realtà ferraresi hanno già manifestato interesse a collaborare, offrendo stage e posizioni lavorative a chi completerà il percorso formativo con successo. Questo legame tra carcere e territorio è cruciale per garantire un reinserimento effettivo e stabile.“Siamo felici di poter dare il nostro contributo,” afferma il responsabile di una delle aziende coinvolte. “Oltre a trovare personale qualificato, è un modo per sostenere chi vuole davvero cambiare il proprio destino.”Un segnale di speranzaIl progetto rappresenta un’importante occasione per dimostrare che il carcere può essere un luogo di rinascita. Attraverso l’istruzione e il lavoro, i detenuti possono costruire un futuro diverso, basato su autonomia e dignità.“È una seconda possibilità,” conclude un detenuto che ha appena iniziato il corso. “Imparare qualcosa di nuovo mi fa sentire che posso avere un futuro, che posso essere utile a me stesso e agli altri.”Il progetto, ancora nelle sue fasi iniziali, si preannuncia come un modello virtuoso da replicare su scala regionale e nazionale. Un segno concreto di come l’innovazione e l’impegno possano trasformare vite, abbattendo pregiudizi e costruendo ponti verso un domani migliore.

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