Sorpresa nel cielo: l’esplosione di stelle nella galassia I Zwicky 18
Cos’è: La galassia nana irregolare I Zwicky 18
Dove è: Situata a 59 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione dell’Orsa Maggiore
La scoperta del Telescopio spaziale James Webb
Quando è stato pubblicato: Il 26 marzo 2024
Perché è così speciale: La galassia I Zwicky 18, nonostante il nome insolito, ha catturato l’attenzione degli astronomi grazie alle rivelazioni del Telescopio spaziale James Webb (JWST).
La nuova immagine del JWST mostra che questa galassia irregolare ha subito diverse esplosioni improvvisate di formazione stellare, secondo quanto affermato dall’Agenzia spaziale europea (ESA).
La galassia, con un basso contenuto di elementi pesanti, tipico delle galassie primordiali, è molto più piccola della Via Lattea.
Dettagli e curiosità
Guardando il nucleo della galassia, si possono individuare due aree luminose tempestate di stelle, con le più giovani concentrate nel settore nordoccidentale. Filamenti marroni circondano queste aree, formati da gas riscaldato dai venti stellari e dalla radiazione ultravioletta emessa dalle giovani stelle.
Un’ipotesi intrigante
L’esistenza dei due lobi di stelle giovani potrebbe essere influenzata da una galassia vicina, visibile come una raccolta di stelle blu nella foto. La galassia più piccola orbita attorno a quella più grande, e la sua presenza potrebbe innescare la formazione stellare in I Zwicky 18.
Curiosità sul nome
La galassia prende il nome dal suo scopritore, l’astronomo svizzero Fritz Zwicky, che la identificò negli anni ’30.
Ulteriori dettagli sullo scatto
Oltre alla magnifica immagine, degna di nota è la presenza di molte altre galassie ovali sullo sfondo, alcune bianche e altre colorate di arancione, a causa della loro distanza. Questo offre uno spunto di riflessione sulla vastità dell’universo circostante.
La foto è parte di un programma che studia il ciclo di vita della polvere in I Zwicky 18, basandosi sulle osservazioni del telescopio spaziale Hubble. Le osservazioni dell’JWST in infrarossi rivelano una formazione stellare più recente rispetto a quanto rilevato dal telescopio Hubble.
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