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Giornata per i diritti umani, la Rete pace a favore della riduzione delle spese militari

10 dicembre – La Giornata per i Diritti Umani accende i riflettori sulla necessità di un mondo più equo e pacifico, con un appello chiaro e deciso della Rete Pace per la riduzione delle spese militari.

In un contesto globale sempre più segnato da tensioni internazionali, conflitti armati e crisi umanitarie, la Rete Pace – una coalizione di associazioni, enti e cittadini impegnati nella promozione della nonviolenza – rilancia un tema cruciale: destinare meno risorse agli armamenti e più fondi alle politiche sociali e ambientali. L’occasione è simbolica, ma urgente: la celebrazione della Giornata per i Diritti Umani, che ogni anno ricorda l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani il 10 dicembre 1948.

Un mondo in crisi: il peso delle spese militari

Secondo i dati del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), nel 2023 le spese militari globali hanno raggiunto un nuovo record, superando i 2.200 miliardi di dollari. In un panorama in cui milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema e il cambiamento climatico richiede investimenti senza precedenti, questa cifra appare insostenibile. “Ogni euro destinato agli armamenti è un euro sottratto all’educazione, alla sanità, ai servizi essenziali e alla protezione del pianeta”, sottolinea un portavoce della Rete Pace durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Roma.

La Rete chiede a gran voce una revisione delle priorità politiche ed economiche, proponendo una riduzione graduale delle spese militari a favore di interventi che promuovano pace, sviluppo sostenibile e giustizia sociale.

Diritti umani e disarmo: un legame inscindibile

“La pace non può essere raggiunta accumulando armi, ma investendo in giustizia, educazione e dialogo”, affermano i rappresentanti della coalizione. Nel loro manifesto, diffuso per la Giornata, sottolineano come le crescenti tensioni geopolitiche siano alimentate proprio dalla corsa agli armamenti. I diritti umani, dicono, non possono essere garantiti in un mondo che privilegia la guerra rispetto alla dignità umana.

Tra le proposte concrete avanzate dalla Rete vi sono:

  1. Tagli progressivi alle spese per gli armamenti, con l’obiettivo di ridurre del 30% i budget militari nei prossimi dieci anni.
  2. Investimenti in diplomazia e mediazione internazionale, creando istituzioni più forti per prevenire i conflitti.
  3. Destinazione dei fondi risparmiati a programmi di istruzione, assistenza sanitaria e transizione ecologica.

Un messaggio universale

La campagna lanciata oggi si collega ai principi fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che pone l’accento sul diritto alla vita, alla sicurezza e alla libertà. “Questi diritti – spiegano gli attivisti – sono minacciati ogni giorno dai conflitti e dalle disuguaglianze generate da un sistema che mette le spese militari al di sopra del benessere delle persone”.

La Rete Pace invita quindi i governi, le organizzazioni internazionali e ogni cittadino a riflettere sulla necessità di una conversione delle politiche attuali. “Solo attraverso un impegno collettivo e globale possiamo costruire un futuro libero dalla paura e dalla violenza”, conclude il portavoce.

La Giornata per i Diritti Umani si conferma così un’occasione non solo per celebrare i traguardi raggiunti, ma anche per rilanciare le battaglie ancora aperte. E in questo percorso, il disarmo rimane un passo fondamentale verso un mondo più giusto e pacifico.

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