Il genoma più grande sulla Terra
Lo scienziato Jaume Pellicer e il suo team hanno scoperto il più grande genoma conosciuto in una piccola pianta australiana, la Tmesipteris oblanceolata. Nonostante le sue dimensioni, nasconde un segreto straordinario.
La stranezza dei genomi
La scoperta ha sconvolto le aspettative degli scienziati sulle dimensioni dei genomi. Più DNA non significa necessariamente una maggiore complessità biologica. La quantità di materiale genetico non codificante svolge ruoli misteriosi.
Genomi straordinari nella natura
Alcune specie, come il dipnoo africano e le cipolle, presentano genomi straordinariamente grandi rispetto all’uomo. Queste eccezioni nella natura sfidano le nostre concezioni sulla complessità genetica.
Scoperte pregresse
Fin dagli anni ’50, la scoperta che il DNA codifica i geni ha suscitato interessanti dibattiti scientifici. L’importanza del materiale genetico non codificante, precedentemente definito come “spazzatura”, è oggi oggetto di studio.
Il mistero dei genomi giganti nelle piante
Uno studio condotto dal dottor Pellicer ha rivelato che alcune piante, come la Paris japonica e la Tmesipteris oblanceolata, possiedono genomi eccezionalmente grandi, contenenti miliardi di paia di lettere del DNA.
Una scoperta straordinaria
La ricerca del dottor Pellicer ha portato alla luce il record mondiale di 148 miliardi di paia di lettere del DNA nel genoma della Paris japonica, seguito poi dal ritrovamento di circa 160 miliardi di paia nella Tmesipteris oblanceolata.
Le radici evolutive dei genomi enormi
Esistono due principali meccanismi evolutivi che portano all’espansione dei genomi: l’accumulo di tratti virali nel DNA e l’ibridazione tra specie imparentate, che possono generare genomi extra. Questi processi potrebbero spiegare la presenza di genomi giganti nelle piante analizzate.
Conseguenze evolutive dei genomi sovradimensionati
Nonostante l’accumulo di DNA possa essere un fenomeno naturale, i genomi troppo estesi possono diventare un peso per gli organismi. Le cellule devono adattarsi a contenere tutto quel materiale genetico extra, richiedendo più risorse per duplicare il genoma.
L’evoluzione potrebbe favorire mutazioni che eliminano il DNA non essenziale, poiché organismi con genomi più contenuti potrebbero avere un vantaggio competitivo rispetto a quelli con genomi sovradimensionati.
Possono gli animali e le piante evolvere genomi giganti?
Secondo il dottor Pellicer, per evolvere genomi veramente giganti, gli animali e le piante potrebbero avere bisogno di ambienti speciali con climi stabili e poca concorrenza.
L’efficienza del genoma potrebbe influenzare la sopravvivenza degli individui, con conseguenze sulla sua dimensione massima.
Limite fisico del genoma
Il dottor Pellicer ritiene che Tmesipteris oblanceolata abbia quasi raggiunto il limite fisico del genoma. Questa affermazione solleva interrogativi sulla possibilità di superare tale limite.
La botanica Brittany Sutherland, al contrario, non è così sicura e ritiene che non sia stato ancora raggiunto un limite superiore nel dimensionamento dei genomi delle piante.
Il numero limitato di specie di piante studiate finora lascia molte domande aperte sulla diversità genetica presente nella natura.