Scoperta antica presenza umana in Europa utilizzando raggi cosmici
Uno studio rivela che strumenti di pietra scoperti in Ucraina risalgono a oltre un milione di anni fa, rivelando la presenza di ominidi in Europa. Gli antichi umani migrarono da est a ovest, secondo l’analisi.
Scoperta di antichi manufatti archeologici in Ucraina
Il sito archeologico di Korolevo, scoperto negli anni ’70, ha rivelato la presenza umana per oltre 800.000 anni. Gli archeologi hanno recuperato circa 90.000 strumenti di pietra provenienti dalla zona, situata al confine sud-occidentale dell’Ucraina.
Utilizzo dei raggi cosmici per datare gli strumenti
Un nuovo metodo di datazione ha permesso di determinare con maggiore precisione l’età degli strumenti di pietra. Questo metodo si basa sull’analisi delle particelle radioattive presenti nei grani minerali, prodotte dai raggi cosmici che raggiungono la Terra dall’universo.
Un orologio cosmico che svela la storia umana
Secondo lo studio pubblicato da Roman Garba, archeologo dell’Accademia ceca delle scienze di Praga, l’utilizzo dei raggi cosmici per la datazione degli strumenti è fondamentale. Garba paragona questa tecnica a un “orologio cosmico” che rivela dettagli sulla storia umana nascosti nel passato.
Scoperta di antichi manufatti in Marocco
Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ha portato alla luce importanti scoperte di antichi manufatti in Marocco.
Analisi delle radiazioni cosmiche
Gli scienziati hanno analizzato la presenza di nuclidi cosmogenici, come alluminio-26 e berillio-10, in granelli di quarzo trovati nei manufatti. Questo metodo ha permesso di determinare che i reperti avevano ben 1,4 milioni di anni di età.
Metodi complessi di ricerca
La ricerca e l’analisi dei campioni archeologici sono state lunghe e complesse, richiedendo mesi di lavoro quotidiano per macinare, pulire e separare i campioni, come ha dichiarato lo studioso Garba.
Ipotesi sull’Homo erectus
Anche se non è stato individuato alcun fossile umano sul sito all’aperto in Marocco, si suppone che possa essere stato abitato dall’Homo erectus, il primo ominide a lasciare l’Africa per camminare in posizione eretta.
Confronto con altri siti archeologici
Il confronto con altri siti archeologici in Europa e in Georgia ha permesso di situare temporalmente i reperti marocchini, confermando la presenza di antichi fossili umani in diverse parti del mondo datati a milioni di anni fa.
Scoperta di Sgabelli di Pietra a Korolevo: Nuovi Dettagli sulle Nostre Origini
La datazione precisa degli sgabelli di pietra a Korolevo rappresenta un importante passo avanti nel comprendere la presenza degli ominidi in Europa, come evidenziato da Briana Pobiner, paleoantropologa del Smithsonian National Museum of Natural History.
La diffusione degli ominidi da est a ovest in Europa suggerita dalla scoperta apre nuove prospettive sulla loro presenza a latitudini settentrionali prima di colonizzare il sud del continente. Tuttavia, la natura temporanea o permanente di questa migrazione rimane ancora da chiarire.
Le Tracce degli Ominidi nel Paesaggio
La presenza di strumenti di pietra e ossa di animali macellati disseminati nel paesaggio funge da testimone tangibile della presenza degli ominidi nella regione. Questi reperti archeologici testimoniano in maniera inequivocabile l’attività umana in zona.
Impatto del Clima e dell’Habitat
Lo studio condotto ha analizzato il clima e l’habitat dell’area nell’arco degli ultimi 2 milioni di anni. I dati indicano un periodo interglaciale più caldo, correlato all’età degli strumenti di pietra, suggerendo un ecosistema forestale nell’area di Korolevo.
Attrattive di Korolevo per gli Antichi Esseri Umani
La presenza del fiume Tibisco, che si immette nel Danubio, e la disponibilità di roccia dura adatta alla creazione di strumenti di pietra rendevano Korolevo un luogo attraente per gli ominidi del passato, secondo quanto spiegato da Garba.
Prospettive Future nonostante le Difficoltà
Pur auspichando ulteriori indagini su Korolevo, Garba e il suo team si trovano ad affrontare ostacoli a causa del conflitto in corso in Ucraina, che impedisce scavi e accesso ai reperti archeologici del sito. La speranza è che, nonostante le circostanze avverse, si possa continuare a far luce sul passato remoto di questa regione.
Lascia un commento