Il primo dispositivo “bilingue” per la lettura del cervello decodifica le parole spagnole e inglesi

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Un aiuto dalla tecnologia per i bilingui non verbali

Un dispositivo cerebrale “bilingue” ha aperto nuove possibilità per le persone bilingui impossibilitate a parlare. Grazie all’intelligenza artificiale, ora è possibile decodificare in tempo reale il linguaggio di chi usa spagnolo e inglese senza poterlo articolare verbalmente.

Scoperte rivoluzionarie in campo biomedico

Una scoperta senza precedenti pubblicata sulla rivista “Ingegneria Biomedica della Natura” il 20 maggio offre nuove prospettive sul funzionamento del cervello e potenziali dispositivi per il ripristino del linguaggio multilingue. Questo studio potrebbe portare a dispositivi duraturi per aiutare coloro che hanno problemi di comunicazione verbale.

Apprezzamenti da esperti nel settore

Il neuroscienziato Sergey Stavisky ha commentato che questo studio rappresenta un importante passo avanti nelle neuroprotesi per il ripristino del linguaggio. Nonostante coinvolga un unico partecipante, Stavisky si è mostrato fiducioso riguardo al potenziale di questa tecnologia se combinata con altri progressi nel settore.

Il potenziale dell’impianto cerebrale

Pancho, il soggetto dello studio, ha subìto un ictus a 20 anni che gli ha impedito di parlare chiaramente. Attraverso la collaborazione con il neurochirurgo Edward Chang, è stato possibile installare degli elettrodi nel suo cervello per registrare l’attività neurale e tradurla in linguaggio sullo schermo.

Un’identità linguistica recuperata

Anche se Pancho ha imparato l’inglese successivamente all’ictus, il suo legame più profondo è con lo spagnolo, sua lingua madre. Chang sottolinea che le lingue parlante sono parte integrante dell’identità di una persona. L’obiettivo non è solo sostituire parole, ma ripristinare la connessione tra individui.

Una strategia basata sull’intelligenza artificiale

Il team ha sviluppato un sistema di IA per interpretare il linguaggio bilingue di Pancho, addestrandolo con le sue parole. Ogni parola creava uno schema neurale unico registrato dagli elettrodi. Il sistema, diviso tra spagnolo e inglese, restituiva la parola più probabile in base allo schema per consentire a Pancho di comunicare.

Prospettive future

Questo studio è solo l’inizio di un percorso che potrebbe rivoluzionare il campo delle neuroprotesi per il linguaggio. Integrare ulteriori progressi nell’AI potrebbe consentire a persone come Pancho di esprimersi pienamente, recuperando la propria identità linguistica e comunicativa.

Una finestra sul linguaggio nel cervello

Un esperimento coinvolge un uomo paralizzato che impara a comunicare tramite la registrazione diretta della sua attività cerebrale. Pancho viene sottoposto a un test – scegliere tra due parole che popolano due schermi, una in inglese e una in spagnolo, per costruire una frase.

Il sistema basato su un modello neurale, allenato su conversazioni, calcola la probabilità di correttezza di ciascuna parola. In base a questo, Pancho compone la frase. Il risultato viene visualizzato, senza che lui conosca l’origine della frase, garantendo un’esperienza autentica di comunicazione.

Un’abilità sorprendente del cervello

L’esperimento rivela che parti rilevanti dell’attività cerebrale per entrambe le lingue provengono dalla stessa area. Anche le risposte di Pancho, paragonabili a quelle di bilingui, suggeriscono una possibile sovrapposizione neurologica tra lingue diverse.

Futuri studi puntano a esaminare lingue con differenze più marcate dall’inglese, aprendo a nuove prospettive sul linguaggio. L’obiettivo: consentire alle persone di comunicare in modo più naturale, senza barriere linguistiche.

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