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La ritrovata sindrome autoimmune legata al COVID-19 può innescare cicatrici polmonari mortali


La sindrome autoimmune legata al COVID-19 potrebbe causare cicatrici polmonari mortali

Recenti ricerche hanno individuato una nuova sindrome autoimmune associata al COVID-19 che può provocare problemi polmonari gravi. La malattia, chiamata MIP-C, può portare a una pericolosa condizione in cui il sistema immunitario attacca il corpo, danneggiando irreparabilmente i polmoni.

Una malattia rara e pericolosa

La sindrome MIP-C, se non trattata, può portare alla formazione di cicatrici polmonari così gravi da richiedere un trapianto completo di polmone per salvare il paziente. Solo una parte dei casi riguarda direttamente i polmoni, con altri sintomi che possono verificarsi in assenza di malattie polmonari.

L’allarme dei ricercatori

Il dottor Dennis McGonagle dell’Università di Leeds nel Regno Unito ha condotto studi su questa sindrome, identificando finora 60 casi. Studi recenti suggeriscono una possibile connessione tra la sindrome MIP-C e il riscontro di anticorpi anti-MDA5.

Similitudine con altre condizioni autoimmuni

La sindrome MIP-C mostra somiglianze con la dermatomiosite MDA5, una malattia autoimmuni che colpisce generalmente le donne di origine asiatica. I pazienti possono sperimentare dolori articolari, infiammazioni muscolari ed eruzioni cutanee, con potenziali conseguenze letali sul polmone.

Rischio e prevenzione

Alcuni ospedali stanno implementando screening per individuare precocemente i pazienti con sintomi autoimmuni e potenziali rischi per lo sviluppo della sindrome MIP-C. Il monitoraggio degli anticorpi anti-MDA5 potrebbe essere fondamentale per la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo.

Scoperta una nuova condizione autoimmune misteriosa

Una ricerca ha identificato una nuova condizione autoimmune misteriosa che differisce dalla dermatomiosite nota in precedenza. Nuovi pazienti presentano caratteristiche diverse, come coinvolgimento polmonare meno comune e una distribuzione etnica e di genere diversa.

Ricerca pionieristica

Il dottor McGonagle ha coinvolto il dottor Pradipta Ghosh dell’Università della California per approfondire lo studio. Ghosh, esperto in analisi computazionale dei dati medici, ha già pubblicato ricerche su cicatrici polmonari in pazienti COVID-19 e sulla sindrome infiammatoria MIS-C nei bambini post-COVID-19.

Confronto tra diverse condizioni

Il team ha confrontato i dati clinici di pazienti con la nuova condizione misteriosa, pazienti con polmonite da COVID e pazienti con cicatrici polmonari non virali. È emersa un’attività genica comune nel gene IFIH1 nei pazienti con polmonite e condizioni autoimmuni.

La maggior parte dei pazienti affetti dalla sindrome misteriosa non riportava un recente caso di COVID-19 confermato, ma molti potrebbero essere stati esposti al virus in modo lieve o asintomatico. Più della metà dei pazienti era vaccinata per il COVID-19.

Meccanismo d’azione

McGonagle ha sottolineato che l’esposizione all’RNA virale del coronavirus o ai vaccini COVID-19 può attivare la produzione di anticorpi anti-MDA5. Nelle persone con questa condizione, la risposta immunitaria è compromessa, con l’attivazione di IFIH1 e la produzione di interleuchina-15.

Questo meccanismo può portare a un’infiammazione incontrollata e all’attacco delle cellule del corpo dal proprio sistema immunitario. I ricercatori sono al lavoro per comprendere meglio le basi genetiche di questa condizione e le sue implicazioni cliniche.

Tendenza in calo e prospettive future

I nuovi casi di MIP-C sembrano essere in diminuzione rispetto all’anno precedente, secondo i ricercatori. Studi futuri approfondiranno la sequenza genetica responsabile della risposta infiammatoria e perché alcune persone sono più vulnerabili di altre.

Questo articolo fornisce informazioni a scopo divulgativo e non sostituisce consulenza medica. Per ulteriori domande sull’anatomia e la fisiologia umana, contatta community@livescience.com.

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