Un genoma antico svela la storia della malaria
Un recente studio ha sequenziato il genoma mitocondriale della forma più mortale di malaria da uno scheletro romano antico, offrendo nuove prospettive sulla storia della malattia in Europa.
Un’analisi genetica senza precedenti
La malaria è stata a lungo una delle principali cause di decessi umani. Sequenziare il genoma di Plasmodium falciparum da reperti antichi potrebbe rivelare come il parassita si sia adattato nel corso dei secoli a trattamenti come il chinino.
Un antico agente patogeno alla luce
Esistono cinque specie di malaria Plasmodio, risalenti a migliaia di anni fa. Si ritiene che la presenza di P. falciparum in Europa risalga almeno a 2000 anni fa, all’epoca dell’Impero Romano.
Scoperte fondamentali
Gli scienziati hanno identificato la sequenza completa del genoma mitocondriale di P. falciparum in uno scheletro romano del II secolo, noto come Velia-186. I risultati mostrano una stretta relazione con ceppi attuali rinvenuti in India.
Tracce di migrazione e diffusione
Lo studio suggerisce che P. falciparum possa essere stato portato in Europa dall’Asia attraverso rotte migratorie antiche. Questa scoperta getta nuova luce sulla diffusione della malaria nel corso dei secoli.
Archeologia: alla scoperta del DNA antico della malaria
Un recente studio ha analizzato il DNA antico della malaria, rivelando la presenza di ceppi indiani in Europa oltre 2.000 anni fa. Questo potenziale arrivo durante periodi di globalizzazione come l’ellenismo è stato considerato plausibile dagli esperti.
Un’importante scoperta nel campo della genomica della malaria
Gli esperti definiscono questo lavoro come un “tour de force tecnico” e un’aggiunta significativa nel settore limitato della genomica della malaria antica. Tuttavia, è importante interpretare i risultati con cautela, poiché il campione analizzato è limitato e potrebbero emergere nuove complessità nella storia del parassita.
Esplorare nuove fonti di DNA di Plasmodio
L’esperto Lalueza Fox suggerisce di esplorare altre fonti potenziali di DNA di Plasmodio, come antiche ossa, strumenti medici storici e persino campioni di zanzare nei musei. L’integrazione di dati genetici da fonti eterogenee potrebbe offrire una visione più completa sulla malattia e sulla sua diffusione nel passato.
Si auspica di trarre insegnamenti preziosi dal passato riguardo ai ceppi e alla distribuzione di questo pericoloso agente patogeno, aprendo così nuove prospettive di ricerca nel campo della storia della malaria.
Lascia un commento