L’analisi di Bennu svela una composizione sorprendente
Quattro anni dopo il prelievo da Bennu, gli scienziati rivelano la composizione della roccia spaziale. Bennu presenta fosfato di magnesio, un minerale raro, insieme a glicina e altri minerali che indicano attività geologica passata.
La scoperta del fosfato di magnesio
La presenza di fosfato di magnesio su Bennu è stata inizialmente scambiata per un contaminante. La sua fragilità lo rende un minerale raro da trovare sulla Terra, suggerendo attività geologiche significative sul corpo genitore di Bennu.
Minerali preziosi per la vita
La composizione di Bennu include glicina, fondamentale per le proteine, e minerali idratati come carbonati e solfiti. La presenza di minerali organici e acqua indica eventi legati all’acqua prima della formazione di Bennu.
Un campione straordinario
Il campione ritornato sulla Terra nel settembre 2023 dalla missione OSIRIS-REx della NASA è stato definito “un bellissimo campione” dai ricercatori. I minerali scoperti aprono nuove prospettive sulla storia e sull’origine del nostro sistema solare.
Scoperta dell’asteroide Bennu: un campione senza precedenti
Un team di scienziati, noto come “tiger team”, ha avviato l’analisi di campioni raccolti dalla navicella spaziale. Inizialmente catalogati per un valore doppio della previsione iniziale, essi mostrano una varietà di strutture e minerali idratati.
Il materiale raccolto da Bennu è considerato uno dei campioni di asteroide più incontaminati mai visti. A differenza dei meteoriti terrestri, le rocce di Bennu sono rimaste incontaminate, conservando così il loro stato originario.
Esplorando il campione
Tim McCoy, curatore di meteoriti presso il Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian, ha sottolineato l’eccezionalità della freschezza del campione. Le rocce di Bennu presentano una consistenza ruvida, simile alla carta vetrata, e sono considerate molto preziose per la ricerca scientifica.
Le analisi condotte confermano le ipotesi sulla formazione di Bennu, che si è separato da un asteroide più grande milioni di anni fa. Le rocce di Bennu contengono brecce legate all’impatto, frammenti di roccia incorporati nell’asteroide durante la sua formazione.
Ulteriori scoperte e incertezze
Nonostante i progressi, molte domande rimangono senza risposta. L’analisi del campione continua, supportando le teorie esistenti. Ad esempio, le brecce presenti sulle rocce di Bennu si pensa siano originarie dall’asteroide genitore.
Il team è consapevole che il lavoro è appena cominciato e riconosce che ci sono ancora molte incognite da risolvere. Tuttavia, le analisi in corso stanno contribuendo a una maggiore comprensione dell’origine e della formazione di Bennu.
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