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Le benzodiazepine come lo Xanax potrebbero rimpicciolire il cervello a lungo termine, suggerisce uno studio


Benzodiazepine e il Cervello: Risultati di una Ricerca

Un recente studio evidenzia che l’uso prolungato di benzodiazepine potrebbe causare una riduzione del volume di alcune parti del cervello. Questi risultati confermano le attuali linee guida che sconsigliano l’uso prolungato di tali farmaci.

Come Agiscono le Benzodiazepine sul Corpo

Le benzodiazepine, conosciute anche come “benzo”, sono utilizzate per trattare condizioni come insonnia, ansia e disturbi convulsivi. Questi farmaci agiscono rallentando l’attività del sistema nervoso centrale, inducendo effetti sedativi che includono il rilassamento dell’umore, il sollievo degli spasmi muscolari e la sonnolenza.

Rischi Legati all’Uso Prolungato

Farmaci come lo Xanax, appartenenti alle benzodiazepine, possono creare dipendenza. Studi precedenti hanno evidenziato rischi per la memoria e il movimento a lungo termine. L’FDA raccomanda un utilizzo limitato nel tempo e alla dose minima efficace.

Utilizzo Prolungato delle Benzodiazepine

Nonostante le avvertenze,oltre il 6% dei pazienti usa benzodiazepine per più di sei mesi. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Medicina BMC” mostra come l’uso prolungato possa accelerare il declino naturale di aree cerebraliche coinvolte nella memoria e nell’umore, come l’ippocampo.

Scoperte sorprendenti sulla salute del cervello

I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 5.443 adulti nei Paesi Bassi per valutare l’uso di benzodiazepine tra il 1991 e il 2008. Dai risultati emerge che non c’è un aumento del rischio di demenza per chi assume questi farmaci.

Contrasti con studi precedenti

Le recenti scoperte contrastano con studi precedenti condotti da diversi gruppi di ricercatori. Gli studi passati erano vari e le loro differenze potrebbero aver confuso i risultati. Il nuovo studio ha confermato che l’assunzione di benzodiazepine non aumenta il rischio di demenza.

Effetti sul cervello degli individui

Anche se l’uso di benzodiazepine non sembra influire sul rischio di demenza, i ricercatori hanno notato cambiamenti fisici nel cervello legati a questi farmaci. Le scansioni cerebrali hanno evidenziato una riduzione accelerata del volume dell’ippocampo e dell’amigdala tra coloro che assumevano benzodiazepine.

Influenza sulla materia bianca

Le analisi hanno rivelato che l’assunzione di benzodiazepine influisce sulla materia bianca nel cervello, responsabile della trasmissione dei segnali tra neuroni. In particolare, coloro che assumevano questi farmaci per problemi di sonno mostravano una maggiore riduzione del volume della materia bianca rispetto a chi li assumeva per l’ansia.

“I nostri risultati suggeriscono che l’assunzione prolungata di benzodiazepine non è raccomandata”, conclucono i ricercatori.

Ilse Vom Hofe: la ricerca sulle benzodiazepine

Ilse Vom Hofe, coautore senior di uno studio presso l’Erasmus University Medical Center nei Paesi Bassi, ha evidenziato l’importanza di trovare alternative alle benzodiazepine per affrontare i problemi di salute.

Limitazioni dello studio

Il team ha riconosciuto alcune limitazioni dello studio, come il fatto di aver esaminato solo persone cognitive sane, senza considerare l’impatto sulle persone con deterioramento cognitivo. La maggioranza dei partecipanti era di etnia bianca, limitando la generalizzabilità dei risultati ad altri gruppi.

Necessità di ulteriori ricerche

Pur considerando le limitazioni, i risultati dello studio supportano la necessità di condurre ulteriori ricerche sull’uso a lungo termine delle benzodiazepine e il loro impatto sulla salute del cervello.

Approfondimento sul funzionamento del corpo umano

Se hai domande sul funzionamento del corpo umano, inviale a community@livescience.com con l’oggetto “Health Desk Q”. Potresti trovare la risposta sul sito web di Live Science!

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