Scoperta di un possibile buco nero gigante
Gli astrofisici hanno individuato, analizzando immagini del telescopio Hubble, un enorme buco nero nella nostra galassia, potenzialmente il secondo più grande mai trovato, con una massa 8.200 volte superiore a quella del Sole.
Stelle in movimento straordinario
Studiando le immagini di ω Centauri, un ammasso stellare distante 18.000 anni luce, i ricercatori hanno identificato stelle i cui movimenti indicavano l’influenza gravitazionale di un oggetto massiccio, stimato tra 8.200 e 50.000 masse solari.
Difficoltà nella conferma della scoperta
Nonostante i dati promettenti, confermare la presenza del buco nero si rivela complesso. Altri buchi neri rilevati nel passato sono stati identificati grazie a emissioni di raggi X o onde radio, elemento finora assente in ω Centauri.
Buchi neri di massa intermedia in esame
Il presunto buco nero si colloca nell’intervallo dei buchi neri di massa intermedia, con masse tra 100 e 100.000 soli. Ulteriori studi sono necessari per confermare definitivamente la sua presenza e le sue caratteristiche.
La scoperta dei buchi neri di medie dimensioni
Recentemente, la comunità scientifica ha individuato prove concrete dell’esistenza di buchi neri di medie dimensioni attraverso il rilevamento di onde gravitazionali causate dalla fusione di due buchi neri, evento osservato nel 2019.
Le sfide della ricerca astrofisica
Le difficoltà nella ricerca di buchi neri di dimensioni medie si sono manifestate nel passato con molte affermazioni infondate. Le fonti di raggi X “ultraluminose” erano spesso candidate, ma ora si è scoperto che molte di esse sono stelle di neutroni particolarmente luminose.
Interrogativi aperti sulla formazione dei buchi neri
Restano ancora enigmi irrisolti riguardo alla formazione dei buchi neri supermassicci e al ruolo delle fusioni multiple nel processo. Ad esempio, si ipotizza se buchi neri di massa stellare possano evolversi fino a diventare buchi neri di dimensioni intermedie come il candidato ω Centauri.
Prossimi passi: osservazioni con il James Webb Space Telescope
Il team prevede di effettuare osservazioni spettroscopiche approfondite con il James Webb Space Telescope per analizzare meglio il movimento delle stelle nello spazio tridimensionale, andando oltre le informazioni ottenute fino ad ora con il telescopio Hubble.