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Luciana Littizzetto contro Stellantis: una riflessione sul declino industriale di Torino Luciana Littizzetto contro Stellantis: una riflessione sul declino industriale di Torino

Luciana Littizzetto contro Stellantis: una riflessione sul declino industriale di Torino

Nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa dell’8 dicembre 2024, Luciana Littizzetto ha criticato aspramente la gestione di Stellantis, sottolineando le crescenti disuguaglianze e il declino del legame tra l’industria automobilistica e la città di Torino. La comica torinese ha usato il suo consueto sarcasmo per evidenziare le problematiche sociali ed economiche che affliggono il capoluogo piemontese, un tempo simbolo della Fiat e oggi percepito come abbandonato dall’azienda.

Il Monologo: Critiche a Tavares e Nostalgia di un’Era Passata

Littizzetto ha iniziato il suo intervento prendendo di mira Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis, per il suo compenso di 36,5 milioni di euro. La cifra, paragonata sarcasticamente al PIL di un piccolo stato, è stata criticata come un simbolo delle enormi disparità tra dirigenti e lavoratori. “Ai tempi di Valletta, un dirigente guadagnava 25 volte lo stipendio di un operaio; oggi le differenze sono abissali,” ha affermato.

Oltre alle disparità economiche, Littizzetto ha sottolineato il distacco emotivo e operativo di Stellantis da Torino. Ha ricordato i tempi in cui la Fiat non solo rappresentava il motore economico della città, ma anche un pilastro della comunità, offrendo occupazione e stabilità a decine di migliaia di famiglie.

La Crisi di Torino: Dalla Fiat a Stellantis

Torino, un tempo cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, ha visto ridursi drasticamente la sua importanza nel contesto globale. La produzione si è spostata verso altri paesi, lasciando dietro di sé stabilimenti vuoti e una popolazione operaia in difficoltà.

Secondo Littizzetto, questo declino non è solo economico, ma anche simbolico: “Torino è stata dimenticata,” ha dichiarato, sottolineando come l’azienda sembri aver rinnegato le sue radici. Negli anni ’70, la Fiat impiegava circa 60.000 persone negli stabilimenti cittadini; oggi, solo 250 lavoratori restano operativi, molti dei quali temono per il loro futuro.

Dividendi per gli Azionisti, Precarietà per i Lavoratori

Un altro punto cruciale del discorso di Littizzetto riguarda la distribuzione dei dividendi aziendali. Stellantis ha recentemente dichiarato 23 miliardi di euro in dividendi per gli azionisti, un dato che contrasta nettamente con la crisi vissuta dai lavoratori italiani. “Quando l’azienda va bene, gli azionisti diventano più ricchi e i lavoratori mantengono il loro posto. Quando va male, gli azionisti restano ricchi e i lavoratori perdono tutto,” ha osservato Littizzetto, evidenziando una dinamica che riflette una crescente disparità di potere e risorse nel mondo aziendale.

Un Richiamo al Passato e un Appello per il Futuro

Nel suo monologo, Littizzetto ha rievocato la figura di Gianni Agnelli, storico presidente della Fiat, che nonostante le difficoltà del suo tempo mantenne sempre un forte legame con Torino. “Agnelli ha amato profondamente questa città, anche nei momenti più bui del terrorismo,” ha detto, suggerendo che Stellantis dovrebbe riscoprire un senso di responsabilità sociale verso il territorio.

Un Problema Globale Riflesso in una Crisi Locale

La critica di Littizzetto va oltre il semplice caso di Torino e Stellantis. La situazione rappresenta un problema più ampio legato alla globalizzazione e alla perdita di identità industriale in Italia. La delocalizzazione e la prevalenza di logiche di profitto stanno erodendo il tessuto sociale ed economico del paese, con impatti devastanti sulle comunità locali.

Conclusioni

L’intervento di Luciana Littizzetto ha portato alla luce un sentimento condiviso da molti torinesi: la frustrazione per essere stati messi da parte da un’azienda che un tempo era simbolo di orgoglio e prosperità. Le sue parole rappresentano un invito a riflettere sul ruolo sociale delle grandi imprese e sull’importanza di mantenere un equilibrio tra crescita economica e responsabilità verso le comunità che hanno contribuito al loro successo.

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