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Papa Francesco: riformatore o illusionista? Una critica ragionata al pontificato di Bergoglio

Dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio nel marzo 2013, il nome di Papa Francesco è diventato simbolo di un cambiamento, di una “Chiesa in uscita”, aperta, povera tra i poveri, dialogica. Ma a dodici anni di distanza, mentre i suoi messaggi continuano a suscitare reazioni contrastanti, è lecito domandarsi: quanto del suo progetto di riforma è sostanziale, e quanto invece si è limitato a un abile esercizio comunicativo?1. Il papa della comunicazioneNessun pontefice prima di Francesco ha utilizzato con tanta efficacia il linguaggio dei media. La sua figura “non convenzionale”, i gesti simbolici – dall’uso dell’auto semplice al lavaggio dei piedi di carcerati o immigrati – hanno prodotto un immaginario potente. Tuttavia, molti critici ritengono che si tratti di una trasformazione più estetica che strutturale. Francesco ha parlato di misericordia, di inclusione, di accoglienza, ma i cambiamenti concreti nel diritto canonico e nella prassi ecclesiastica rimangono limitati o ambigui.2. Ambiguità dottrinaleUno dei punti più controversi è il suo stile pastorale, che spesso elude la chiarezza dottrinale in favore di un’apertura generalista. Documenti come l’esortazione Amoris Laetitia hanno suscitato ampio dibattito, specie nella questione dei sacramenti ai divorziati risposati, dove il pontefice sembra favorire l’autonomia del discernimento soggettivo rispetto alla rigida norma morale. Questo ha generato confusione tra i fedeli e divisioni anche all’interno del collegio cardinalizio.3. Le riforme mancateLa Curia romana, spesso indicata come centro di resistenza e corruzione, è stata uno dei bersagli principali delle intenzioni riformatrici del papa. Tuttavia, nonostante la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, le logiche di potere sembrano essere mutate poco. Alcuni degli scandali finanziari che hanno coinvolto il Vaticano (come il caso Becciu) testimoniano l’incompiutezza di una vera trasparenza economica.4. I rapporti con la tradizioneFrancesco ha più volte preso posizione contro il tradizionalismo liturgico, ridimensionando, ad esempio, l’uso del rito tridentino con il Motu Proprio Traditionis Custodes. Questo è stato letto da molti come un gesto autoritario, più volto a reprimere che a integrare. La critica più radicale viene da coloro che lo accusano di voler “demolire” l’identità cattolica storica in nome di un ecumenismo liquido e relativista.5. Politica e geopolitica vaticanaDal punto di vista geopolitico, il papato di Francesco si è distinto per un forte impegno nel campo ambientale (Laudato Si’) e sociale, ma ha mostrato debolezze su fronti delicati. La posizione sulla guerra in Ucraina, giudicata da molti ambigua, ha sollevato perplessità, così come il silenzio prolungato sulle persecuzioni religiose in Cina, in nome di un dialogo con il Partito Comunista che ha posto più interrogativi che speranze.Conclusione: un pontificato sospesoPapa Francesco ha certamente scosso le fondamenta simboliche della Chiesa cattolica, ma il bilancio del suo pontificato appare, per molti, sospeso tra un alto idealismo e un’efficacia concreta spesso deludente. Più che un rivoluzionario, Bergoglio potrebbe essere ricordato come un grande affabulatore, capace di parlare a un mondo sempre più secolarizzato, ma meno incisivo nella costruzione di una Chiesa realmente rinnovata.

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