Peluche e candele sulla spiaggia per commemorare le vittime di Cutro

3 mesi ago

All’alba sulla spiaggia di Steccato di Cutro, un cerchio composto da trentacinque peluche, con al centro una maglietta bianca con la scritta Kr46M0, ha reso omaggio alle vittime del naufragio del caicco Summer Love, un anniversario doloroso che ha causato la morte di 94 persone, tra cui 35 minori

L’iniziativa della rete 26 Febbraio, con la partecipazione di circa un centinaio di persone, ha avuto luogo alle 4 del mattino, esattamente un anno dopo l’incidente. Superstiti e familiari delle vittime hanno partecipato, tra cui una donna afghana che ha perso la sorella e due nipoti nel naufragio, provocando un forte malore durante la cerimonia.

Emozioni condivise e preghiere in memoria delle vittime

Un giovane sopravvissuto, Samir, ha descritto il momento dell’incidente e il ritardo nei soccorsi. Ha espresso il desiderio di riunirsi con i familiari tramite corridoi umanitari. Durante la commemorazione, lo zio di una vittima ha recitato versetti del Corano, seguito da preghiere rivolte alla Mecca.

I presenti hanno concluso la cerimonia gettando una corona di fiori in mare, mentre due pescatori che intervennero subito dopo l’incidente si sono abbracciati commossi, ricordando la tragedia di un anno fa.

Un pescatore con il peso dei ricordi

Vincenzo Luciano, uno dei pescatori che intervenne dopo il naufragio, ha espresso il suo dolore e la difficoltà nel dimenticare ciò che ha vissuto. Sentendosi in colpa per non essere riuscito a salvare più persone, ha voluto tornare sulla spiaggia per onorare la memoria delle vittime.

Ricordando il momento dell’incidente e il protrarsi delle operazioni di soccorso, Luciano ha condiviso il suo dolore e il desiderio di poter dimenticare quel tragico evento che ha segnato la sua vita.

‘Never Again’, l’opera galleggiante di Laika

Un’installazione galleggiante, lunga 4 metri e larga 2, raffigura un giovane migrante in lotta per la vita in mare, con la scritta centrale “Never again”. Realizzata da Laika, artista di strada, un anno dopo la tragedia di Cutro, si trova sugli stessi luoghi dove sono emersi i corpi di 94 persone, di cui 35 minori, con altri dispersi.

Il Mediterraneo è un cimitero vasto, una distesa che inghiotte migliaia di vite. Subito dopo la strage di Cutro, a causa di norme governative che ostacolano i soccorsi pur giustificandosi come fermi agli sbarchi, le morti sono aumentate a circa 7 al giorno. Senza restrizioni assurde alle Ong, forse si sarebbero piante meno vite spezzate, afferma Laika.

I Governi europei sembrano non comprendere la disperazione di chi è disposto a subire orrori in Libia o a rischiare la morte in mare pur di scappare. Fin dal 2014, più di 28.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, una strage interminabile. È urgente aprire canali legali e sicuri per chi fugge da guerre e persecuzioni, un “Percorso sicuro”. Le leggi devono cambiare per evitare che ciò si ripeta. Never Again, incalza Laika.

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