conseguenze all’orizzonteLa tesi dell’interferenza russa è stata rapidamente accettata dalle capitali UE e NATO – ma sembra rivelarsi ora essere stata invece solo una strategia elettorale del PNL per limitare le chance che il leader AUR Simion arrivasse al secondo turno, promuovendo invece Georgescu. Come nota l’analista romeno Dionis Cenușa, “il fattore russo sembra essere sfruttato dalle élite politiche locali contro i partiti di estrema destra”.“La Romania è impantanata in una grave crisi politica e costituzionale, di origine locale, e al momento l’interferenza russa è altamente discutibile. L’argomento politico per vietare TikTok nell’UE e nella NATO è stato gravemente indebolito,” nota Cenusa. La nuova svolta degli eventi in Romania, causata dalla politicizzazione delle istituzioni e dalla strumentalizzazione delle istituzioni di sicurezza, rappresenta un dono per le forze di estrema destra in Romania e per la propaganda russa oltre la Romania.“Questa situazione favorirà senza dubbio la propaganda russa e cinese, screditando i tentativi occidentali di contrastare la loro guerra ibrida”, nota Cenusa. Inoltre, “gli attori stranieri coinvolti nelle elezioni romene a sostegno di Elena Lasconi contro Georgescu, con lo slogan Insieme contro Putin, potrebbero incorrere in costi di reputazione e perdere credibilità.”Le conseguenze, conclude Cenusa, sono pesanti: “le istituzioni di sicurezza rumene si sono screditate; le forze di estrema destra (“sovraniste”) possono presentarsi come vittime; e alle prossime elezioni presidenziali, la loro fazione avrà la possibilità di vincere le elezioni, e a maggior ragione Georgescu stesso. Infine, la Russia ne ha tratto vantaggio d’immagine: da diverse settimane la sua capacità di influenzare, tramite manipolazione delle informazioni, uno Stato membro dell’UE e della NATO è stata esagerata e travisata.
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