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“Sempre più prove che dovremmo stare attenti”: l’influenza aviaria H5N1 si sta adattando ai mammiferi in “nuovi modi”


Influenza aviaria H5N1: adattamento ai mammiferi in “nuovi modi”

Il virus H5N1 dell’influenza aviaria sembra adattarsi sempre di più alla diffusione nei mammiferi, secondo una recente ricerca condotta su mammiferi marini. Ciò solleva preoccupazioni sulla possibilità di trasmissione da uomo a uomo.

Studio preliminare sui mammiferi marini

Un team di ricercatori dell’Università della California, Davis e dell’Istituto Nazionale di Tecnologia Agricola (INTA) in Argentina ha evidenziato prove di diffusione del virus tra elefanti marini e altri mammiferi marini. Sono state identificate versioni del virus che potrebbero infettare mammiferi e uccelli.

Implicazioni globali

Secondo lo studio, i virus H5N1 stanno evolvendo per adattarsi meglio ai mammiferi, il che potrebbe avere conseguenze su scala globale per la fauna selvatica, gli esseri umani e il bestiame. Il documento è stato pubblicato nel database di prestampa bioRxiv il 1° giugno.

Diffusione del virus

Il virus H5N1 è stato rilevato per la prima volta tra gli uccelli in Europa nel 2020, per poi arrivare in Nord America nel 2022 e in Sud America nel 2023. Nel 2023 è stato trovato anche tra i leoni marini.

Impatto devastante

Nel 2023, a Punta Delgada in Argentina, più di 17.000 elefanti marini sono morti a causa dell’influenza. Il sequenziamento genetico ha rivelato un ceppo particolare del virus capace di diffondersi facilmente tra mammiferi, con casi registrati in diversi paesi sudamericani.

Avvertimento agli esperti

La veterinaria Marcela Uhart, co-autrice dello studio, ha sottolineato l’importanza di rimanere vigili, in particolare per quanto riguarda i mammiferi marini. L’adattamento del virus ai mammiferi può avere implicazioni cruciali anche per gli esseri umani.

Il Virus: Casistiche Umane e Adattabilità nei Mammiferi

Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, negli Stati Uniti si sono verificati quattro casi di infezione da un virus raro negli esseri umani: uno nel 2022 e tre nel 2024. Il caso del 2022 è stato causato da un’esposizione diretta al pollame, mentre quelli del 2024 sono stati trasmessi da bovini da latte.

Adattamento del Virus nei Mammiferi

Agostino Rimondi, virologo dell’INTA coinvolto nello studio, ha sottolineato che il virus dimostra capacità di adattamento ai mammiferi tramite le costanti mutazioni riscontrate nei ceppi appartenenti a questo clade.

Monitoraggio della Fauna Selvatica

Gli esperti come Uhart e Rimondi enfatizzano l’importanza di un monitoraggio costante del virus nella fauna selvatica per prevenire potenziali conseguenze sulla salute umana e comprendere appieno il rischio.

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