Roma, giugno 2025 – Mentre l’Italia tenta di uscire dalla lunga coda della crisi post-pandemica e dalla stretta energetica internazionale, i dati parlano chiaro: la povertà è in crescita e il peso fiscale raggiunge livelli record. Secondo l’ultimo rapporto ISTAT, nel 2024 il 10,8% delle famiglie italiane viveva in condizioni di povertà assoluta. Nel primo semestre del 2025, la tendenza continua a salire.A pesare è soprattutto la pressione fiscale che, tra imposte dirette, indirette e contributi, sfiora ormai il 44,5% del PIL. Una cifra che, unita all’aumento dei costi della vita e alla stagnazione dei salari, mette in ginocchio il ceto medio e svuota le tasche dei più fragili.Le conseguenze sono visibili: più famiglie rinunciano a cure mediche, formazione per i figli e persino a beni essenziali. In crescita anche l’indebitamento privato e l’abbandono scolastico nelle aree più colpite del Sud.Le associazioni di categoria lanciano l’allarme: “L’Italia rischia una frattura sociale – denuncia Confcommercio –. Servono misure urgenti per ridurre il carico fiscale e rilanciare il potere d’acquisto”.Nel frattempo, il Governo promette un taglio del cuneo fiscale e nuovi sostegni alle fasce più deboli, ma per molti è già troppo tardi. Il rischio? Che il 2025 si chiuda come l’anno della disillusione fiscale.
Add a comment