venerdì 17 Maggio 2024

Il piano statunitense per proteggere gli oceani ha un problema, dicono alcuni: troppa pesca

2 settimane ago

Il piano di conservazione marina degli Stati Uniti sotto accusa

Recenti rivelazioni sul piano di conservazione marina firmato dall’amministrazione Biden hanno sollevato preoccupazioni tra gli scienziati. Alcune aree di pesca commerciale potrebbero essere erroneamente considerate conservate, minando gli sforzi globali di conservazione marina.

La definizione di cosa costituisca conservazione rimane ambigua, preoccupando i ricercatori. La pesca commerciale ad alto impatto è in conflitto con gli obiettivi di conservazione, creando una dissonanza cognitiva secondo gli esperti.

Crisi globale della biodiversità

Una valutazione intergovernativa evidenzia la crisi globale della biodiversità, con la pesca eccessiva come principale motore del declino. Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore minaccia, mettendo a rischio gli ecosistemi marini e la sicurezza alimentare delle popolazioni mondiali.

Le protezioni marine sono cruciali per garantire la salute degli stock ittici e preservare la vita oceanica. Le nazioni guardano agli Stati Uniti come modello, poiché il paese non ha ancora ratificato il trattato ONU sulla biodiversità ma ha avviato uno sforzo di conservazione basato sull’ordine esecutivo del presidente Biden.

Impatto e influenza degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti, pur non avendo ratificato il trattato ONU sulla biodiversità, esercitano una notevole influenza nei colloqui internazionali sul tema. Il loro impegno a proteggere il 30% delle terre e dei mari entro il 2030 è noto come 30×30, rafforzando il ruolo del paese nella conservazione globale.

Il 19 aprile, funzionari federali hanno lanciato un nuovo sito web per informare il pubblico sugli sforzi 30×30. Al momento, circa un terzo delle acque marine degli Stati Uniti è protetto, ma rimangono sfide nel coinvolgere gli enti statali, tribali e privati nel processo di conservazione.

Il Piano 30×30 dell’amministrazione Biden: sfide e approcci

Il problema, secondo gli esperti, riguarda il processo che ha portato l’amministrazione Biden a giungere a tale obiettivo. Si discute sulle aree protette, compresi monumenti nazionali marini e santuari.

Conservazione delle aree marine: tra approvazioni e critiche

Sono stati istituiti cinque monumenti nazionali marini tra il 2006 e il 2016, ma alcune aree potrebbero richiedere ulteriori protezioni. Alcuni santuari marini nazionali, seppur limitino alcune attività, non impediscono la pesca commerciale dannosa.

Alcune aree non vietano tecniche di pesca dannose come la pesca a strascico, sollevando dubbi sul reale impatto conservativo. Il biologo marino Lance Morgan suggerisce un rafforzamento delle protezioni per garantire la conservazione effettiva.

Obiettivi e piani futuri dell’amministrazione

Anche se l’obiettivo del 30×30 non è ancora raggiunto, l’amministrazione Biden si impegna a ampliare le aree marine preservate, con una maggiore attenzione alle aree continentali. Si è difesa la scelta di includere aree consentendo la pesca commerciale.

Si evidenzia la diversità di approcci nella definizione delle aree protette: mentre alcuni ritengono che il 25% delle acque debba essere preservato, altri stimano un valore superiore al 72%. L’amministrazione sottolinea un lavoro di conservazione condiviso tra agenzie e parti interessate.

Definizioni e visioni della conservazione marina

Secondo Matt Lee-Ashley, capo dello staff del Consiglio sulla qualità ambientale della Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno regolamentazioni pescicole rigide. Ciò influisce sulla definizione nazionale di conservazione, diversa da altre interpretazioni. L’obiettivo resta garantire la protezione e la sostenibilità degli ecosistemi marini per il futuro.

Stati Uniti e il Trattato sulla Biodiversità

Anche se gli Stati Uniti non hanno ratificato il trattato sulla biodiversità, presenteranno comunque un totale di conservazione da conteggiare nell’impegno globale 30×30. I funzionari hanno detto che stavano ancora valutando quali aree presentare.

L’opinione dei rappresentanti dei consigli di gestione della pesca

In una dichiarazione, i rappresentanti dei consigli di gestione della pesca hanno elogiato l’inclusione delle zone di pesca commerciale, sottolineando che sono gestite secondo “standard di sostenibilità e conservazione molto rigorosi”.

Tuttavia, secondo Enric Sala, biologo marino, consentire la pesca commerciale in aree conservate sotto i 30×30 significa “aumentare i numeri” e non rappresenta la direzione auspicabile per la gestione delle risorse marine.

Il dottor Sala, originario della Spagna, ha commentato che la decisione degli Stati Uniti invia un messaggio negativo, poiché il modello di conservazione dovrebbe essere adottato su scala globale.

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