Il primo incontro con i Larvacian
Il vice ammiraglio Amelia Shaw non riuscì mai a completare la frase, interrotta dalla gioia del figlio per aver incontrato Larvacian alla scuola.
Il bambino raccontava entusiasta di Tashni, uno dei Larvacian seduti dietro di lui, mentre Shaw lo ascoltava sorridendo.
L’arrivo dei Larvacian
Con il passare degli anni, il contatto con i Larvacian portò ad ambasciate, uffici e famiglie interplanetarie che iniziavano a condividere il pianeta.
La diplomazia tra le due civiltà si ampliava anche nei parchi giochi, spazi inaspettatamente adatti a entrambe le culture.
Un imprevisto nei giochi
Pur non apprezzando altalene e scivoli, i Larvaziani dimostrarono interesse per la sabbia, iniziando a scavare come i loro antenati crearono le città sotterranee.
La convivenza portò incontri e scambi culturali inaspettati, tra sabbia e giungle di cemento.
La lettera del preside
Il preside Winddrop ringraziò il vice ammiraglio Shaw per la visita, assicurandogli che la situazione con i Larvacian sarebbe stata gestita con fermezza e tolleranza zero.
Si impegnò a creare un ambiente scolastico accogliente per tutti, mantenendo Shaw informato su ogni sviluppo futuro.
Un’intesa delicata
Mentre la pioggia cadeva fuori dalla finestra, Shaw cercava di instaurare un dialogo con il figlio, tenendo tra le mani una roccia verde, simbolo di un incontro interstellare.
La fantascienza incontrava la realtà in un momento di silenziosa condivisione tra padre e figlio.
La decisione di Tashni
Tashni guardava fuori, la pioggia scivolava sul vetro. Una piccola luce nel buio: un tunnel larvale e una roccia azzurra.
Il momento di introspezione di Tashni
Sospirò, si avvicinò alla finestra e raccolse la roccia. La sensazione umida e fresca la commosse. Realizzò di star piangendo.
Una svolta inaspettata
Si sdraiò sul letto, sentì il vuoto. Alla fine, si alzò, chiamò sua madre con un filo di voce: “Mamma, ho fame dopo tutto questo.”
La rivelazione di Robert Blasiak
Nel raccontare la storia di Tashni, Robert Blasiak si ispira alla canzone di Gordon Lightfoot sulla compassione umana nei giorni piovosi e al coraggio dei bambini.