domenica 19 Maggio 2024

Influenza aviaria nelle mucche americane: dove andrà a finire?

2 settimane ago

La minaccia dell’influenza aviaria nelle mucche americane

Le preoccupazioni sul latte pastorizzato infetto dall’influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti sono rientrate, ma l’epidemia tra le mucche potrebbe rappresentare un rischio maggiore. Gli scienziati temono che il bestiame possa diventare un serbatoio permanente per il virus, aumentando le possibilità di mutazioni per una trasmissione all’uomo.

Un virus che si sposta tra mucche e uccelli

Nuovi dati indicano che il virus dell’H5N1 può facilmente passare avanti e indietro tra mucche e uccelli, facilitando la sua diffusione geografica. Anche se la maggior parte delle mucche infette non mostra sintomi gravi, possono ospitare diversi ceppi influenzali, aprendo la strada alla creazione di varianti più pericolose per gli esseri umani.

Preoccupazioni degli esperti

Gli scienziati temono che combinazioni genetiche errate e mutazioni del virus possano creare ceppi altamente infettivi per l’uomo. Lentezze nei controlli rendono difficile intervenire tempestivamente. Michael Worobey sottolinea l’importanza di un tempestivo monitoraggio per prevenire il peggio.

La diffusione del virus H5N1

Anche se il virus H5N1 è noto dagli anni ’90, la sua comparsa nelle mucche è una novità. Le mucche di diverse mandrie in diversi stati americani sono risultate positive al test. Nonostante non siano stati riscontrati virus viventi nel latte pastorizzato, la sua crescente diffusione desta preoccupazione tra gli esperti.

Le origini dell’epidemia nelle mucche

Uno studio ha rivelato che il virus dell’H5N1 è passato dagli uccelli alle mucche alla fine del 2023. Questo conferma i timori degli esperti riguardo alla trasmissione inter-specie del virus. L’approfondimento dei dati genomici è fondamentale per comprendere meglio l’epidemia bovina in corso.

Le mucche, serbatoi pericolosi di virus pandemici

Le mucche infettate dal virus H5N1 possono scambiare materiale genetico con altri virus, facilitando la diffusione. Questo ceppo sembra infettare diverse specie, aumentando il rischio di mutazioni che potrebbero renderlo più trasmissibile tra le persone.

Rischio di endemismo

Le mucche potrebbero costituire un serbatoio endemico di influenza a causa del loro numero e del contatto umano. A differenza degli uccelli, uccidere il bestiame infetto non è praticabile. Il virus potrebbe diventare endemico tra le mucche, complicando ulteriormente la situazione.

Diffusione del virus tra le mandrie

La trasmissione del virus tra le mandrie potrebbe avvenire attraverso uccelli selvatici che contaminano il cibo e l’acqua delle mucche. L’aria potrebbe essere un altro mezzo di trasmissione, ma studi limitati ne hanno impedito una comprensione completa. Gli agricoltori spesso si sono mostrati riluttanti a permettere test diagnostici nei loro allevamenti, bloccando la ricerca.

Misure preventive e piani di contenimento

È difficile contenere il virus senza una comprensione completa dei modi di trasmissione. I test obbligatori per le mucche prima del trasporto potrebbero essere un primo passo per monitorare la diffusione del virus. La vaccinazione del bestiame potrebbe essere considerata se il virus si diffonde per via aerea.

Attività sperimentale sui vaccini per l’H5N1 negli allevamenti bovini

Al momento, i vaccini H5N1 non vengono impiegati negli allevamenti di bovini statunitensi. Tuttavia, sono in corso test di vaccini antinfluenzali su suini e pollame, al fine di contrastare il ceppo H5N1 che colpisce gli allevamenti da latte.

Studio sui casi umani di infezione da H5N1

Recenti studi sul virus H5N1 hanno evidenziato un caso di infezione in un lavoratore lattiero-caseario in Texas, lieve nei sintomi. Tuttavia, non sono stati condotti test su colleghi e familiari a stretto contatto con il paziente infetto, generando lacune nei dati sull’andamento del virus tra le persone.

Valutazioni sul grado di trasmissibilità e pericolosità del virus H5N1

Nonostante casi isolati di infezione umana da H5N1, le autorità statunitensi non hanno segnalato un significativo numero di morti o malati gravi, indicando una possibile mancanza di altissima trasmissibilità o mortalità del virus. Tali osservazioni sono state fatte da esperti come Worobey.

Preoccupazioni sull’ampiezza dell’epidemia di H5N1 tra gli esseri umani

Nonostante i dati ufficiali limitati, diversi esperti, come Gray e Leibler, evidenziano possibili segnalazioni aneddotiche di un numero più elevato di casi umani di H5N1. Leibler sottolinea inoltre la diffusa esposizione dei lavoratori agricoli al virus, affermando che i casi sintomatici potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg.

Potenziamento dei controlli sanitari per prevenire la diffusione del virus H5N1 tra gli umani

Leibler auspica che le autorità sanitarie intensifichino i controlli, testando regolarmente i lavoratori agricoli e i loro familiari per individuare tempestivamente eventuali casi di trasmissione del virus tra gli esseri umani. L’H5N1 rappresenta dunque una minaccia persistente che richiede un’attenta vigilanza e azioni preventive nel lungo termine.

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