martedì 30 Aprile 2024

Le “cellule zombie” nella placenta possono causare insufficienza cardiaca in gravidanza

2 settimane ago

Le cellule “zombie” e l’insufficienza cardiaca legata alla placenta

Uno studio rivela che le “cellule zombie” presenti nella placenta potrebbero causare un tipo di insufficienza cardiaca che colpisce le donne in gravidanza o subito dopo il parto.

Questa condizione poco conosciuta, chiamata cardiomiopatia postpartum (PPCM), indebolisce il cuore, rendendolo incapace di pompare il sangue in modo efficiente. I sintomi vanno da lievi a mortali e colpiscono circa 1 su 1.000 nati vivi negli USA e 1 su 100 in Nigeria.

Lo studio che porta alla luce nuove scoperte

Uno studio pubblicato su Medicina Traslazionale Scientifica mette in evidenza il possibile collegamento tra le “cellule zombie” e l’invecchiamento biologico, un processo accelerato durante la gravidanza secondo alcune misurazioni.

Il Dottor Jason Roh, autore dello studio, ipotizza una connessione tra le due tematiche, suggerendo che ulteriori ricerche potrebbero confermarla.

Approfondimento sull’invecchiamento biologico nella placenta

Sebbene non sia chiaro cosa provochi la PPCM, è stato individuato un legame con la preeclampsia, una condizione caratterizzata da ipertensione che si manifesta durante la gravidanza e nel postpartum. Studi recenti suggeriscono che le due condizioni possano essere correlate.

Scoperte sul legame tra gravidanza e cardiomiopatia peripartum

Una ricerca ha evidenziato una correlazione tra l’aumento di determinate sostanze nel sangue durante la gravidanza e la cardiomiopatia peripartum (PPCM).

L’autore principale dello studio, il Dottor Anthony Rosenzweig, ha ipotizzato che nelle madri a rischio genetico, alcuni fattori rilasciati nel sangue alla fine della gravidanza possano smascherare tali condizioni.

Il team di ricerca ha analizzato più di 1.000 proteine nel sangue di pazienti con PPCM o preeclampsia, confrontandoli con altri gruppi per individuare differenze significative.

Effetti delle proteine nel sangue in gravidanza complicata

Lo studio ha evidenziato un aumento di proteine legate all’infiammazione nelle persone con PPCM e preeclampsia, nonché segni di invecchiamento biologico nonostante l’età giovane dei partecipanti.

Il processo di invecchiamento accelerato potrebbe essere legato a una maggiore presenza di cellule senescenti nel sangue e nel tessuto placentare, implicando un’attività patologica.

Ricerca focalizzata sulla proteina Activin-A

Una delle proteine evidenziate è stata l’Activin-A, associata all’insufficienza cardiaca e a complicanze cardiache, confermando l’importanza di tali biomarcatori nelle condizioni studiate.

Lo studio potrebbe contribuire a una maggiore comprensione delle basi biologiche della PPCM e della preeclampsia, aprendo la strada a future terapie preventive e trattamenti mirati.

Scoperta rivoluzionaria: la proteina Activin-A e la sua relazione con insufficienza cardiaca e preeclampsia

In uno studio innovativo, le ricerche hanno esaminato campioni di sangue e cartelle cliniche di donne con preeclampsia o PPCM, rivelando che i livelli elevati di Activin-A sono correlati a una scarsa funzionalità cardiaca.

Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che il blocco dell’Activin-A ha ridotto significativamente l’incidenza di insufficienza cardiaca nei topi gravidi inclini alla PPCM, aprendo nuove prospettive terapeutiche.

Obiettivo: studi clinici per valutare sicurezza ed efficacia

Pur essendo entusiasmanti, gli esperimenti su topi richiedono ulteriori studi clinici per valutare l’efficacia e la sicurezza del blocco dell’Activin-A come possibile trattamento per le persone affette da queste condizioni cardiovascolari.

Prospettive future: approfondimenti sulla senescenza placentare

Le ricerche si concentrano sul comprendere appieno le cause della senescenza placentare alterata in condizioni come la preeclampsia e la PPCM, al fine di sviluppare approcci terapeutici efficaci per migliorare la salute di madri e bambini.

La relazione tra senescenza placentare e invecchiamento biologico accelarato apre nuove sfide e opportunità di ricerca per comprendere meglio l’impatto sulla salute a lungo termine.

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